Non c’è una risposta giusta o sbagliata al dibattito sul crudo rispetto al dibattito cotto. La vera risposta al dibattito dipende dalla forza digestiva dell’individuo. Il cibo crudo offre benefici nutrizionali ma è più difficile da digerire, causando gas e gonfiore in quelli con una digestione debole. Il cibo cotto è più facile da digerire, ma distrugge alcune vitamine ed enzimi.
Se il cibo crudo ti dà gas, la tossicità creata dal gas e dalla fermentazione supera i benefici nutrizionali del cibo. Altri cibi cotti sono duri e gommosi.
Il cibo indigeribile è considerato veleno in Ayurveda. La qaulità del buon cibo non è solo data dal suo contenuto, ma dalla sua interazione con il corpo.
Le persone Pitta hanno la forza digestiva più forte e possono tollerare più cibi crudi rispetto ad altri dosha. Succhi di verdure fresche crude o frullare la frutta in un frullato potrebbe renderli più digeribili per alcune persone. Una volta che il cibo è stato polverizzato e completamente mescolato, il corpo non deve fare tutto il lavoro per elaborarlo. Ma dipende ancora dal potere del proprio potere digestivo (detto Agni in Ayurveda).
Una persona che segue una dieta a base di cibi crudi può sentirsi ispirata e leggera – come se volasse sull’aria, perchè le qualità intrinseche del cibo crudo sono leggere, fredde, ruvide, ecc. Il cibo crudo si sente freddo nello stomaco e ruvido nel tratto gastro intestinale. Ha le qualità di Vata e può quindi aumentare Vata se consumato in eccesso. Come consiglio generico di norma nei periodi Vata dell’anno e per le persone che hanno problemi di digestione non è consigliabile superare il 20% di cibi crudi del totale di un piatto.
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