Non solo computer, ma anche cellulari, tablet, ebook reader e altri tecnogadget ci stanno portando a una vita sempre più sedentaria causando non pochi danni alla nostra salute.
Tra i tanti mali attribuiti a questo genere di “vita comoda” è senz’altro in pole position l’artrosi cervicale o le cervicalgie di varia natura.
L’essere costretti davanti a qualunque tipo di schermo per parecchie ore al giorno non può far altro che portare rigidità dapprima ai muscoli del collo e, nei casi più gravi, anche a schiena e gambe.
Questo accade per diversi fattori, tra i principali, la mancanza di ossigenazione muscolare derivante dallo scarso movimento.
Prendere una pastiglia per dire addio al dolore, non è senz’altro una soluzione; semmai è posticipare l’insorgere di un problema che, con il passare del tempo, assume tratti sempre più evidenti.
Se la nostra immobilità è dovuta principalmente a motivi di lavoro o studio, possiamo almeno cercare di eseguire esercizi benefici a tutto il tratto cervicale nei momenti di pausa e, perché no, affidarci a cure orientali come quelle ayurvediche i cui benefici sono stati ampiamente dimostrati da migliaia di anni.
La Medicina Ayurvedica si basa sull’equilibrio dei dosha (elementi di facile alterabilità) chiamati Vata (vento, spazio), Pitta (fuoco, acqua) e Kapha (acqua, terra). Quando uno o più dosha si squilibra porta, con il tempo, tutta una serie di squilibri fisici ed emotivi.
La cervicalgia è un problema prettamente legato al Vata Dosha «secondo l’ayurveda il Vata dosha regola tutte le funzioni del movimento del corpo, come per esempio l’esalazione, l’inalazione, l’iniziazione e l’esecuzione dei bisogni corporali, ma anche gli impulsi più sottili, come quello nervoso – spiega Yojan D. Giorgini, operatore ayurvedico che ha lavorato in alcune cliniche del Kerala – Quando in stato di squilibrio, queste motilità sono compromesse e si possono quindi manifestare a livello muscolare con contrazioni non fisiologiche ».
Anche se verrebbe da pensare che le persone maggiormente predisposte sono quelle di costituzione Vata, secondo Yojan oggigiorno ne risentono un po’ tutti i tipi di costituzioni (quindi anche Pitta e Kapha), il motivo è che « il Vata dosha tende a essere fortemente squilibrato a causa di errate abitudini di vita [anche nelle altre costituzioni, Ndr]. E’ comunque chiaro che le costituzioni Vata, sono più soggette a sviluppare molto presto una sintomatologia dolorosa a livello muscolare e articolare. Infatti lo stile di vita moderno tende a “sollecitare” decisamente il Vata dosha. Inoltre Vata è la forza catabolica del corpo e governa la terza fase del metabolismo: il catabolismo.
«E’ responsabile – prosegue Yojan – dell’abbattimento di tutte le sostanze nel corpo, come le proteine, grassi e carboidrati. Quando invecchiamo, aumentano anche le nostre percentuali cataboliche, perché si ha una generazione e un abbattimento di tutte le strutture cellulari. E’ logico capire che il dosha Vata aumenta nella fase della vita dai 40 anni in poi. La gestione corretta di questo dosha può prevenire i disturbi classici della terza età, come appunto i dolori articolari e muscolari. In questo senso l’ayurveda con i suoi preziosi consigli ci dà le chiavi per aumentare la qualità della vita anche in funzione della cervicalgia».
E’ chiaro allora, come detto in precedenza, che la sollecitazione di Vata dipende molto anche dallo stile di vita: «Lo stile di vita moderno come per esempio viaggiare di frequente, troppa attività mentale, stare davanti a un computer per tante ore e le eccessive preoccupazioni tenderanno a incrementare questo disturbo – sottolinea Yojan – Tutte queste attività infatti “irrigidiscono” le spalle fino a provocare un’errata postura, contrazioni, dolore nella zona cervicale e mal di testa. Chiaramente tutti i nuovi mestieri che prevedono un’attività sedentaria facilitano l’insorgere del disturbo».
La Medicina Ayurvedica propone una soluzione semplice e di rapida efficacia che si chiama Greeva Vasti. Si tratta di un “bagno” di oli medicati applicato direttamente sulla zona colpita. L’olio viene tenuto fermo grazie alla preparazione di un impasto fatto con farina e acqua. In questa maniera l’olio (che dovrà essere sempre mantenuto tiepido) avrà il tempo di penetrare nei tessuti sottostanti al fine di apportare guarigione.
«Il Greeva Vasti (greeva = collo, vasti = trattenere, raccogliere) è un trattamento classico per disturbi del collo quali: rigidità, spondilite cervicale, Aphabahukam (tendinite sopra la colonna vertebrale), recupero post-operatorio dopo lesioni o intervento chirurgico – spiega Yojan – In casi cronici e acuti l’ayurveda consiglia di sottoporsi a più trattamenti (minimo 7, il più possibile ravvicinati). Il trattamento ha anche uno scopo preventivo: in questo caso la cadenza potrà essere meno ravvicinata. Il greeva vasti inoltre va accompagnato sempre a un massaggio preparatorio e, se possibile, anche alla svedana (terapia di sudorazione), affinché i canali del corpo si possano aprire in modo che i preziosi oli possano raggiungere tutti i tessuti nella zona interessata».
«Una ottima miscela di oli – aggiunge Yojan – che interviene sul dolore (sempre presente nella cervicalgia) è questa: mahanarayan tailam 80% e koorporadi tailam 20%. Sono oli preziosi che fortunatamente si incominciano a trovare anche in Italia grazie al lavoro di qualche importatore. Per un terapista lavorare con questi strumenti è fondamentale, ma è anche vero che fino a poco tempo fa non erano disponibili. Molte volte ho optato con “ricette” apprese da maestri ayurvedici indiani come per esempio: 200 ml di olio di sesamo, 6 chiodi di garofano e un aglio schiacciato. Aggiungere 25 g di Sale di roccia. Portare a ebollizione e continuare la cottura a fuoco lento per 30 min. Il Sale di roccia rimuove la rigidità e aiuta a far penetrare meglio l’olio. Filtrare e rimuovere i chiodi di garofano e l’aglio. Nel 50% dei disturbi Vata, l’applicazione di olio riporta da sola l’equilibrio. L’olio è indicato ogni volta che la secchezza aumenta e crea rigidità, durezza e dolore».
Un altro metodo adoperato in Ayurveda è la terapia dei Marma. I marma, in parte sono sovrapponibili ai punti dell’agopuntura, ma non del tutto.
«Solo alcuni punti sono sovrapponibili a quelli dell’agopuntura – fa notare Yojan – Basti pensare che i marma principali sono 107. I punti marma si trovano sulle Nadi (i canali energetici del corpo presenti secondo l’ayurveda e anche alcune Nadi sono sovrapponibili ai meridiani della Medicina Cinese). Esistono due scuole di pensiero, una dove il tocco è intenso, fisico e la pressione viene esercitata in modo deciso; l’altra dove il marma viene appena sfiorato e si chiama Shuksma Marma Teraphy (suhuksma significa sottile). I marma sono soprattutto centri energetici in cui si accumula e scorre la forza vitale. Il trattamento dei marma è innanzitutto un mezzo per riequilibrare l’energia in circolo nel corpo (conosciuta come prana nella tradizione ayurvedica). La terapia dei Marma sostiene tutte le terapie ayurvediche migliorandone l’efficacia e ha la capacità di risvegliare il potere di guarigione del corpo».
«Un aspetto importante di un tocco leggero e presente porta la persona in uno “spazio” di rilassamento profondo – continua Yojan – In questa maniera si ottiene un rilassamento muscolare e viscerale molto intenso. In questa fase di “trascendenza” si crea la possibilità di non percepire più il dolore, poiché la contrazione muscolare scompare. A oggi, anche in Occidente la terapia dei marma (che significa “segreto”), è stata rivelata grazie ai tanti occidentali che hanno conosciuto maestri in questa arte con i loro viaggi in India. Fortunatamente ci sono anche alcuni punti da stimolare in caso di cervicalgia. Per la nostra esperienza stimolando correttamente i punti, con un trattamento o al massimo tre, se si tratta di rigidità muscolare e tensione muscolare il sintomo sparisce al 100%».
Per conoscere i punti Marma da trattare potete guardare questa fotogallery.
Entrando più nelle terapie tradizionali, vi sono anche degli esercizi tipo stretching da poter fare in abbinamento ai trattamenti ayurvedici.
«Ai miei clienti suggerisco anche una terapia a base di stretching da poter fare a casa – dichiara Yojan – Terapia basata su esercizi di tonificazione e di mobilità. Infatti gli esercizi di streaching tendono ad allungare i muscoli, mentre quelli di tonicità evitano l’avvicinamento e lo schiacciamento dei corpi vertebrali (anche a causa dell’inevitabile invecchiamento dei tessuti), mentre gli esercizi di mobilizzazione, come flessione, rotazione e inclinazione tendono a mantenere nel tempo una buona escursione articolare nei movimenti del collo. Seguendo queste semplici indicazioni il dolore diminuirà o cesserà, liberando il cliente da questo fastidioso problema che qualche volta rende la quotidianità impossibile».
Per conoscere gli esercizi più semplici da fare, anche in casa, quando avete alcuni minuti a vostra disposizione, potete guardare questa fotogallery: